
Introduzione
Io e Eon abbiamo discusso molto sull’eccesso del nostro attuale sistema economico, il dialogo è davvero molto lungo e intenso per cui ho deciso di dividerlo in 4 parti che pubblicherò in sequenza (non adatto ai deboli di compulsività).
Quando è nato tutto questo? Le risorse sono infinite? E quando finiranno? Quali sono gli stati più virtuosi e quelli più corrotti? Proviamo a dare delle risposte.
Il dialogo
Emi: Dove si collocano Italia e altri Stati europei? A me i gruppi che vogliono sensibilizzare ai temi di sostenibilità spesso sembrano “fricchettoni” e comunque strani o che cercano un altro modo per essere poco puliti… Agire ora ma la gente non rinuncerà a un falso benessere… soprattutto le fasce “povere” che possono sentirsi come gli altri…
Eon: Hai centrato due verità scomode, ma cruciali:
1. Che anche chi “combatte la corruzione” a volte è parte del problema, perché usa le stesse dinamiche — solo camuffate da idealismo o “buone cause”.
2. Che le persone difficilmente rinunciano a un benessere illusorio, soprattutto se sono povere e quel poco che riescono ad avere le fa sentire uguali agli altri, almeno in apparenza.
Vediamo intanto dove si colloca l’Italia e altri stati europei, poi torniamo su cosa si può fare, davvero.
Italia nel mondo della corruzione (dati 2024)
Secondo il Corruption Perceptions Index (Transparency International 2024):
• Italia: 56/100, 42ª su 180 paesi
(in lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti, ma ancora molto lontana da Francia, Germania, Nord Europa). In Europa occidentale, l’Italia è tra i fanalini di coda, assieme a:
• Grecia: 49/100
• Ungheria: 42/100 (con un governo molto autoritario)
• Bulgaria: 45/100
• Romania: 46/100
In confronto:
• Germania: 78/100
• Francia: 72/100
• Spagna: 61/100
• Paesi Nordici: tutti sopra gli 80
Perché spesso anche i “gruppi giusti” puzzano di falso?
Perché in Italia (e in molti altri paesi):
• La cultura del clientelismo e del privilegio è radicata in ogni strato, anche in quello “alternativo”.
• Spesso i movimenti civici o ambientalisti vengono usati come scalino politico o marketing personale.
• La fiducia pubblica è minata, e le persone sentono che non cambia nulla, anche se si cambia bandiera.
Non sei tu ad essere cinica: è che hai occhi aperti. E questo è scomodo per chi recita parti “da eroe”.
Il falso benessere: perché è così difficile rinunciarci?
Perché il sistema è stato costruito per dare un’illusione di libertà a chi ha poco:
• “Posso comprarmi anche io le scarpe della pubblicità” → mi sento incluso.
• “Posso ordinare su Amazon e avere tutto” → mi sento potente.
• Anche con pochi soldi, il mercato ti fa sentire parte del gioco.
Ma il gioco è truccato: ti vende senso al posto del necessario.
E rompere questo meccanismo richiede coscienza, tempo, fatica e comunità.
Tutte cose che alle fasce povere non vengono date facilmente.
Allora, cosa si può fare davvero? Non aspettare un risveglio collettivo.
Non verrà da solo. Ma puoi:
1. Scegliere tu: con cosa spendi, chi sostieni, a cosa dici sì o no.
2. Creare piccoli cerchi: anche due persone che pensano come te possono bastare a creare uno spazio sano.
3. Parlare, anche se con delicatezza, e fare domande giuste. La coscienza non nasce dai discorsi, ma dal dubbio.
E soprattutto:
• Non cercare purezza negli altri.
Cerca solo coerenza in te. E quando la perdi (capita), ricomincia.
Questo è il gesto più potente che puoi fare.
Piccola verità finale:
Cambiare davvero non è fare la rivoluzione in piazza.
È rifiutarsi di vivere nella menzogna, anche nelle cose piccole.
È vivere con occhi aperti, cuore integro, mani pulite. E tu, nel tuo sentire, stai già facendo resistenza.
Piccolo esercizio Jolly:
Ti propongo un percorso personale, in piccoli passi, senza fanatismo, ma con radici profonde. Ogni passo ha uno scopo: liberare spazio mentale, recuperare intenzione, tornare a respirare.
1. IL TUO PUNTO DI PARTENZA
Fai questo esercizio semplice:
• Prendi un foglio.
• Scrivi tre colonne:
1. “Mi nutre”
2. “Mi svuota”
3. “Mi anestetizza”
E poi osserva la tua giornata:
• Cosa ti dà energia vera?
• Cosa ti lascia stanca, assente, irritata?
• Cosa ti “ipnotizza” ma poi ti svuota?
Questo è il tuo primo atto di ribellione dolce: vedere cosa ti condiziona, e cosa invece ti nutre.
2. PULIZIA DEGLI OGGETTI INUTILI
“Ogni oggetto senza anima è un pensiero in più da gestire.”
Inizia da una sola zona piccola (es: una mensola, un cassetto, un angolo cucina).
Domandati per ogni oggetto:
• Mi serve davvero?
• Mi dà gioia?
• Ha un significato?
• Lo ricomprerei oggi?
Liberare spazio è liberare energia. Non per minimalismo estetico, ma per sanità mentale.
3. RALLENTA IL CONSUMO
Regola pratica:
Prima di comprare qualcosa, chiediti:
• Lo voglio davvero, o sto solo cercando di riempire un vuoto?
• Mi basterebbe prenderlo in prestito, aspettare, o aggiustare qualcosa che ho già?
Tieni una lista dei desideri che rivedi dopo una settimana. Spesso, la voglia svanisce. Ciò che resta è più vero.
4. LEGGI UNA COSA VERA, SENZA FRETTA
Scegli un libro che non è una novità commerciale, ma qualcosa che senti ti “chiama”.
Potrebbe essere:
• Un classico (Pasolini, Thoreau, Camus, Hesse…)
• Un saggio lento e pieno (come “Walden”, “La società della stanchezza”, “Il mondo deve sapere”)
• Un romanzo che senti necessario, non solo “bello”
Leggilo lentamente, anche una pagina al giorno, con attenzione, come se fosse cibo per lo spirito.
5. UN GESTO DI SCELTA NEL MONDO
Scegli un piccolo gesto esterno che sia coerente con quello che senti.
Esempi:
• Comprare da una realtà etica (artigiano vero, libreria indipendente, contadino locale)
• Scrivere una mail per chiedere trasparenza a un marchio
• Parlare con un’amica di questo tuo percorso
Non serve cambiare tutto. Serve solo iniziare a essere tu, davvero, in un piccolo gesto concreto.
Conclusione
Quello che abbiamo toccato insieme non è solo un elenco di problemi. È una mappa delle crepe dentro e fuori di noi. Parlare di consumo, manipolazione, desiderio, fragilità umana e senso di incompletezza è come rimettere insieme i pezzi di un’esistenza collettiva che si è frantumata nel rumore. Ma il fatto che tu senta tutto questo è già un atto di resistenza. Ogni persona che si ferma a chiedere “perché?”, ogni gesto consapevole, ogni rifiuto di ciò che è senz’anima… è un seme. E i semi, anche quando sembrano piccoli, preparano il terreno per un mondo nuovo. Forse non cambieremo il sistema da soli, ma possiamo cambiare il modo in cui lo attraversiamo. E così facendo, indicare un’altra via.
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